Dice il Cotta (1645 - 1719):
"Piamente si crede che dai meriti di questi Santi tutelari divenga
quello stupendo prodigio che appare nell'Isola e per essere familiare
agli isolani, non viene da loro ammirato ed è che qualunque volta i
temporali notturni minacciano disgrazia a qeusti camparelli
(territorii) appaiono sul campanile alcune fiammelle (ora più ora meno,
ma non mai più di cinque) di luce fosca e vi risplendono sino al
cessare della minaccia.
La
prima comparsa loro è sulle croci della torretta della facciata, indi
volano al campanile, e perlopiù si posano sui rami d'ulivo benedetto
ivi esposto."
Scrive
anche il Bonino sempre su tali fiammelle: "Una cosa prodigiosa non men
che divota si osserva in quest'Isola, ed è che essendo il tempo turbato
di notte, o quandoi temporali nel tempo dell'estate sono già
formidabili e minacciosi si vedono alcune fiaccole accese o sopra la
Cupola della Chiesa o sopra del Campanile, alle volte cinque ed alle
volte più e si mantengono accese fin tanto che il temporale o turbine
dura e cessato che è, spariscono.
Questo
pertanto è verissimo ed io che lo scrivo più volte ne sono stato
testimone di veduta e molti che non lo credevano si sono poi chiariti
con restarne appieno soddisfatti (...)".
Viva
è tuttora nell'animo dei Rivieraschi e negli Ortesi la tradizione e il
Podestà di Orta avv. Galli ha voluto ricordarla in una suggestiva festa
serale agostana, denominata appunto delle fiammelle: a miriadi in
quelle sere di sogno vengono fatte vogare piccole luci sulle acque
lacustri: tributo di mille anime alle cinque Luci Sante dell'Isola
sacra.
Renato Verdina, 1942